Percezioni Extra-sensoriali E Altri Scritti Sulla Psicometria Di Pagenstecher, Sünner, Bergman, Debo, Kasnacich, Zeller E Böhm

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Sinopsis

Le pagine seguenti sono la prima comunicazione, che appare in lingua germanica, concernente un nuovo caso interessante di quelle facoltà transnormali, che oggi per lo più vengono designate con il nome comune di para o metapsichiche; un caso che in America già noto da anni e ha dato luogo ormai a diverse ampie pubblicazioni. Così, per esempio, gli esperimenti psicometrici del primo capitolo sono soltanto un estratto di una ricerca assai più vasta, che occupa il I° quaderno del XVI volume dei “Proceedings of the American Society for Psychical Research”.



È sufficiente qui intanto dire, come egli, in qualità di medico, nel corso di un trattamento ipnotico volto unicamente a scopi pratici, si sia per caso imbattuto in facoltà chiaroveggenti — intendendo questa parola in senso generale — emergenti nella sua paziente durante l'ipnosi. Di qui deriva tutta la sua ricerca; essa parte cioè da una vecchia questione, spesso considerata esaurita, ma sempre riaffiorante: se nell'ipnosi occasionalmente non insorgano facoltà super-normali. Pagenstecher risponde a questa domanda con un energico:



“Senza dubbio!”; con l'aggiunta, che in tal caso non si tratta di ipnosi nel senso proprio della parola, ma di sonnambulismo. Questo stato verrebbe prodotto in modo diverso dall'ipnotismo (e precisamente con passi in senso mesmerico), e mostrerebbe, oltre le dette facoltà, una intera serie di particolari proprietà di fronte a quello.



I primi capitoli del libro sono occupati dalle cosiddette prove psicometriche. Anche qui hanno avuto luogo controlli utilissimi da parte di uomini di scienza, che culminarono persino in una formale commissione d'inchiesta. Si trattava in questo caso del primo significativo risultato ottenuto dal Pagenstecher, che in certo senso impronta tutto il libro, e che egli stesso formula sinteticamente così:



Per vedere non abbiamo imprescindibilmente bisogno degli occhi.



Per udire non abbiamo imprescindibilmente bisogno degli orecchi; ecc.



Abbiamo pertanto ampio motivo di esser grati al Dr. Pagenstecher per la sua opera energica, abile e fortunata; e forse possiamo attenderci anche ulteriori risultati e conclusioni dalle facoltà di quella signora, che si è posta in modo così altruistico al servizio della scienza.